Il tavolo grande

È un tavolo in legno chiaro costruito da Giuseppe/Beppe (maestro ebanista) in modo che possa allungarsi fin quanto si vuole e si trova sotto il portico ad oriente.

Un oggetto semplice, dai lineamenti “affettuosi” e limpidi per non dare alcuna soggezione ad alcuno.

Intorno a questo tavolo sono transitati centinaia di sguardi, di movimenti in avvicinamento, di accordi sensazionali, di comunità provvisorie, di promesse indimenticabili; si sono rimodellati i pensieri in cancrena, ossigenandoli con marmellate della casa e ciambelle salvagente, sempre della casa…

Quante lingue in libertà, quante intonazioni, quante straordinarie intenzioni: indirizzi, numeri di telefono, informazioni generose, intrecci di storie infinite.

Un mondo che si ripuliva la faccia e le viscere ogni giorno che si presentava all’orizzonte.

Su questo tavolo Brunetta stende il nutrimento dei giorni buoni e ognuno, colmo di gratitudine, azzarda l’attribuzione di nomi originali ad ogni boccone di piacere:

sagnetta Maria, …. uhm!polpetta Nelletta, … uhm!polentina Nina, … uhm!insalata Teresina, … uhm!“celli pieni”, … uuuuhm

È su questo tavolo che si giocheranno ancora le partite più avvincenti di quelli che da domani si metteranno in cammino, che da domani si cercheranno senza saperlo… e quando si saranno incontrati foraggeranno di nuovo il destino che era già lì in fiduciosa ATTESA.

Parola di Brunetta e della sua permanente “istigatrice” Za Bbambina de Patanelle