Luogo remoto inatteso

L’ospite viaggiatore non ha contato né i passi, né le soste che ha praticato a Rifugiomare, ha capito che proprio la categoria contabile è sbagliata… qui piuttosto occorre procedere per smarrimenti tenendo un piede a terra e l’altro in cielo…

Qui si diventa sghembi, divaricati, una nuova condizione dell’esistere che aiuterà “a staccare le spine”  (come molti chiedono) e ad “accrescere le rose” (come molti non sanno) ed è per questo che l’ospite, equipaggiato a dovere (sarebbe a dire senza corazza di protezione) viene indirizzato nella strettoia accanto al cancello di ingresso…

si… proprio verso l’orto “maggiore”… poi saprà da solo come cavarsela… tenterà di indovinare i passi successivi e immancabilmente il premio ci sarà…

… → ulivi

… →querce

… →squarci di mare

… →una radura che ha tutta l’aria di un insediamento popolato 

da una umanità nomade…

chi vi abita qui è l’immaginazione speculare dell’ospite in transito…

Intanto da qualche parte si leggono parole non scritte:

Piazza della Repubblica dei bidoni da sbarco

… l’ospite decifra la prua di una nave partita dal mediterraneo e approdata sotto l’albero di 120 anni

… poi prova lo stordimento provocato dal suo imbarco clandestino che dura la lunghezza di un respiro

… poi raccatta le pagine lasciate in giro dal noto archeologo tedesco Hans Momlen (attivo a Rifugiomare già dal 2035)

… poi ne decripta i segni indicatori e riconosce sparsi sul terreno spezzoni di vita della ‘Za Bbambina giovane:

una ciocca di capelli della fanciulla innocente (aprile del 1210)

un conglomerato ferroso di piccole dimensioni (sicura testimonianza dei “bicchierini” di ferrochina consumati dalla giovane in allegria quotidiana)

una saponetta all’ortica per detergere i soli peccati veniali rimasti attaccati nella concavità del referto (giugno 1472)

una ciotola di coccio con fagioli mummificati per la prima colazione del 13 settembre 1649 alle ore 6.42 esatte (era piuttosto buio)…

… poi si illumina d’immenso riconoscendo fra le pietre disseminate a terra i frammenti calcificati della propria storia 

e compie così

quell’operazione ardita che diverrebbe sempre desiderato…:

“COMMUTARE LA SUA VITA IN MERAVIGLIA”

quando l’ospite torna al cospetto di Brunetta e Beppe accade l’incredibile… :

tanto deciso è il suo cambiamento tanto evidente è la MERAVIGLI che indossa da non essere riconosciuto…

… l’ospite ride beato…

e chiede una limonata fresca a Brunetta

… alla prossima (furoreggia ‘Za Bbambina)